Quando si inizia lo studio dell’ikebana uno dei concetti più difficili da apprendere è quello del vuoto. Per noi è una nozione con un’accezione sempre negativa. Il vuoto lasciato da una persona. Il frigorifero vuoto. Persino nel mio lavoro si parla di vuoto scenico nel momento che sul palco non accade nulla di rilevante. Certo…
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Si partecipa – contemplando – l’esposizione di un’opera (bonsai, suiseki o ikebana che sia) affinché i suoi valori si riflettano in noi. Questo arricchimento è reso possibile dal Vuoto, che deve essere presente sia nell’esposizione che nel fruitore. Senza di esso, resta soltanto ostentazione ed egocentrismo.