Takumi è chi ha fatto del perseguimento della bellezza – e dell’eccellenza in un’arte – il proprio stile di vita.
Titolo che indica onore e rispetto, un artigiano impiega 60.000 ore lavorative (circa 30 anni) prima di poter essere definito “Takumi”.
TAKUMI made in Italy
Chi sono, o chi potrebbero essere i Takumi italiani che nel mondo del bonsai, del suiseki, dell’ikebana, hanno fatto la differenza? Quali artigiani hanno saputo dare, con le proprie creazioni, un reale contributo all’evoluzione di queste arti in Italia? La risposta dovrebbe essere semplice: nessuno!
Banalmente, in Italia queste arti sono relativamente giovani, non è quindi una questione di perizia, quanto di tempo.
Tuttavia, esistono degli artigiani che hanno dedicato la loro vita in ”settori chiave”, e che poi hanno riversato le loro abilità e conoscenze in un altro ambito.
Sergio Biagi
Tra questi c‘è Sergio Biagi, una vita spesa nel campo della falegnameria di altissimo livello, dove maestria e passione si fondono in nome della vera eccellenza italiana. Dapprima nel ramo dei mobili per civili abitazioni, poi nel settore nautico per la produzione ed allestimento di tutto ciò che è ligneo negli yacht.
Un’esistenza scandita da un lavoro dove diventi un tutt’uno col legno, imparandone tutte le caratteristiche, sfumature, particolarità… dove l’odore del legno diventa il tuo stesso odore.
Movimenti, procedure, tecniche – ripetute migliaia e migliaia di volte – si imprimono nella tua memoria muscolare, trascendendo la fisicità delle operazioni da compiere attraverso gesti che celano veri riti creativi.
Occhi abituati a notare anche il più insignificante dei particolari, inviano alla mente milioni di informazioni subliminali su estetica, eleganza, raffinatezza, rapporti e pesi visivi. Elementi che – più o meno inconsapevolmente – formano negli anni il “buon gusto”.
Maestria e passione dicevamo, riportate nel mondo del bonsai e del suiseki e, più specificamente, nella realizzazione di tavolini da esposizione.
L’aver riportato tutte queste abilità e sensibilità nella realizzazione dei tavolini, fanno di quest’uomo un vero e proprio takumi.
Sergio non si è limitato alla sola replica di quelli giapponesi, ma ha creato di modelli unici ed originali, dove i canoni dell’estetica giapponese si fondono con quelli italiani, artisticamente parlando, secondi a nessuno!
Chi, come me, in questi ultimi anni ha potuto notare un significativo aumento della qualità espositiva dei bonsai e dei suiseki, non può non darne merito a questo Maestro, o meglio, Mastro, il cui contributo è stato fondamentale.
Perché, se con tempo e dedizione è possibile avere un bonsai di pregio, e con i giusti studi e/o consigli si può imparare come fare Kazari, per realizzare un allestimento che comunichi armonia, è necessario avere i giusti elementi espositivi.
Abbinamento Bonsai/Suiseki – Tavolino
Abbinare un tavolino ad un bonsai (o un suiseki) non è un’operazione banale come potrebbe sembrare, ed il buon gusto, da solo, non è garanzia per un risultato ottimale.
Da come è possibile notare dalle seguenti fotografie, benché il bonsai sia lo stesso ed i tavoli siano tutti di pregevole fattura, il risultato d’insieme cambia per ogni accostamento.
Alla sue tante qualità, Sergio abbina una capacità pressoché unica di ideare e progettare il tavolino che meglio si adatta al soggetto da esporre, con delle linee e fattezze di volta in volta nuove.
Nella sua lunga produzione, tanti sono i tavoli che sono usciti dal suo laboratorio, e per quanto molti possano somigliarsi, non ce ne sono due uguali.
La sua ricerca estetica è in incessante evoluzione, e le sue creazioni stanno diventando man mano più articolate per meglio abbinarsi ed uniformarsi ai bonsai il cui livello cresce di anno in anno.
Da anni ha curato una nuova produzione di doban tutta Made in Italy, ma questa, è un’altra storia…
ph © Sergio Biagi