Kadō o Ikebana che dir si voglia sono i due nomi con cui si conosce l’arte floreale giapponese nel mondo. Che sia la via (dō) dei fiori o l’arte di farli vivere/organizzare (ikeru), in entrambi i casi la parte protagonista della parola è il fiore, la natura.
Sembra un concetto banale, ma non lo è perché spesso vediamo pubblicati online dei lavori dove la natura è totalmente assente o è passata dal frullatore. È vero che ci sono forme di ikebana che prevedono l’assenza del materiale vegetale (Zenei-Bana), ma sono l’eccezione non la regola.
Basti vedere i lavori che fanno solitamente in Giappone per comprendere ciò, anche gli ikebana più particolari hanno per protagonista la natura.
Sofu Teshigahara, fondatore della Scuola Sogetsu, ricorda:
Qualcuno una volta mi chiese cosa avrei fatto se fossi vissuto in un posto come la Manciuria dove non ci sono fiori o piante. Gli risposi che forse avrei organizzato la terra… ovviamente è una fortuna se uno ha i fiori con cui può lavorare, però non sostengo che se si vive in un luogo dove non ci sono fiori è necessario coltivarne a tutti i costi per produrre ikebana.
Va ricordato che il termine Ikebana è costituito da due parole; Ikeru, che significa organizzare e/o far vivere, e Hana, che designa fiori, e che tra i due, ikeru è il più importante. Ogni volta che vado a realizzare una composizione floreale, la mia prima considerazione è l’impostazione. Il mio obiettivo è sempre quello di organizzare quei materiali che ho in modo tale che si adattino armoniosamente con l’ambiente circostante.
E in questa frase c’è un’ulteriore chiave di svolta nella parola “armoniosamente”. L’ikebana deve portare armonia in tutte le sue possibili sfaccettature.
Naturalezza ed armonia
La base dell’ikebana è che, in ogni possibile sfaccettatura, deve sembrare che tutto sorga naturalmente dal contenitore, che non sia una cosa forzata, macellata, non si deve per forza farlo strano perché, pur mantenendo il nostro stile ben visibile a tutti, noi dobbiamo sempre stare un passo indietro rispetto al vero protagonista del nostro lavoro che è la natura.
Per tale motivo suggerisco sempre di fare delle gite nei boschi, nelle campagne, in montagna o anche in giardini quali Ninfa o quelli di Castel Trauttmansdorff.
Osservare la natura è importantissimo, vedere come le piante crescono, quali abbinamenti di forme e colori ci vengono offerte, quali specie si “apparentano” tra di loro crescendo vicine, arrampicandosi le une sulle altre.
Respiriamone il profumo perché quando faremo un ikebana per eventi pubblici dovremo anche comprendere se il loro sentore può essere gradevole per il pubblico o troppo “forte” o stonare tra di loro i vari abbinamenti.
La natura come fonte ispiratrice
La Natura è la nostra ispiratrice come lo è sempre stata di base per molte forme artistiche, anzi per noi a maggior ragione perché i nostri pennelli e colori sono proprio gli elementi che essa ci dona. Dobbiamo a loro il massimo rispetto. Sono esseri viventi che ci donano la loro vita (e per capire quanto lo sono consiglio il libro “Verde brillante” di Alessandra Viola e Stefano Mancuso).
Non dobbiamo sprecare del materiale, ma sceglierlo accuratamente e nel numero che riteniamo necessario, dobbiamo pensare a come onorarlo al meglio mettendoci al suo servizio.
Capire se quel ramo va bene per la nostra composizione prima di andarlo a tagliare, perché anche se ci sono tecniche di lavorazione e fissaggio che ci possono aiutare, è pur vero che un ramo che ha un baricentro che va in direzione opposta al nostro bisogno, ben poco lo potremo “piegare” al nostro volere. Non dobbiamo pensare fuori dagli schemi della natura, ma dentro le sue leggi.
Se ci addentriamo nei boschi, nelle campagne osserviamo la natura, scattiamo foto di ciò che ci colpisce, teniamole da parte come spunto di riflessione e suggerimento per i nostri lavori.
Per quanto in un bosco la natura possa essere selvaggia e aggrovigliata noteremo che c’è sempre uno spazio per i materiali e che convivono in armonia ed equilibrio. I due elementi principi di quello che dovrà essere il nostro lavoro.
foto e ikebana © Luca Ramacciotti