Il Dubbio è una divinità discreta, è un amico che bussa con gentilezza alla vostra porta. Il Dubbio espone con calma le sue idee ed è pronto a cambiarle radicalmente non appena qualcuno gli dimostrerà che sono sbagliate.
Luciano De Crescenzo
In un momento storico quale quello che stiamo vivendo, dove tutti sembrano avere “La risposta”, dove ci si sveglia al mattino come economisti, ci si addormenta come virologi, passando la giornata da allenatori di calcio ed esperti di diritto internazionale, le parole poc’anzi citate di Luciano De Crescenzo, diventano ironicamente quasi un suono, quello del pernacchio defilippiano ne “L’oro di Napoli”.
Mode, preconcetti, assolutismi, sono i veleni che offuscano e confondono il nostro sentire ed il nostro essere. Spinti a tutta velocità in un quotidiano sempre più alienante, veniamo proiettati in un viaggio di cui non riusciamo più a vedere ciò che ci circonda, chiudendoci in noi stessi, deresponsabilizzandoci per ogni errore o fallimento, ed impoverendoci sempre di più. Abbiamo bandito gli ideali e le virtù, sacrificandoli sull’altare dell’opportunismo.
Eppure, a livello macroscopico, la via è chiara. Dalla Natura abbiamo imparato il valore della biodiversità in cui ciascuna specie, vegetale o animale, piccolo o grande che sia, riveste un ruolo specifico nell’ecosistema in cui vive, e proprio in virtù del suo ruolo aiuta l’ecosistema a mantenere il suo equilibrio. Maggiore è questa diversità, più solido è l’equilibrio per l’intero sistema.
Concetto questo che, traslato nel nostro quotidiano, dovrebbe farci riflettere sul nostro modo di essere e di porci nei confronti del prossimo. Aprirsi agli altri, a nuove idee, ad altri modi di fare, porta a percorrere strade mai battute prima, a realizzare successi altrimenti irraggiungibili.
La diversità, nella sua accezione più ampia possibile (benché possa intimorire perché comporta il cambiamento) è arricchimento per tutti, perché apre le porte al mondo del possibile.
Questo è vero in ogni ambito, come lo è, ad esempio, in quello del bonsai (non scevro da mode, chiusure e miopismi). I trend diventano consuetudine, stereotipo, che col tempo porta alla castrazione sia creativa che ideologica: “faccio così perché lo fanno tutti”.
Ciò che è nato come libera espressione di una Natura dalle infinite sfumature, viene svilito fin nel profondo. Osare proporre modelli o vedute diverse, vuol dire mettersi un bersaglio ben visibile sulla schiena, ed essere attaccati dal gruppo dominante di turno… con buona pace del rispetto, educazione ed apertura mentale.
Così facendo la “biodiversità” del nostro sistema si impoverisce, e con esso il suo equilibrio che diventa di volta in volta più precario. Dobbiamo tendere all’inclusione non all’esclusione, pensare agli altri come a soluzioni e non problemi, come ad opportunità e non limitazioni.
Invertire la tendenza si può… si deve!