Quando l’allievo è pronto, il maestro appare.
Proverbio giapponese
Serie TV prodotta ed inizialmente distribuita nel 2018 da YouTube, non appena approdata su Netflix Cobra Kai è diventata in brevissimo tempo una vera e propria serie cult!
Chi, come me, ha vissuto negli anni ottanta, non ha potuto non vedere i film della serie Karate Kid, affascinati come eravamo da quel mondo nipponico che ci arrivava attraverso la tv ed i cartoni animati visti prima e dopo scuola.
Nonostante il film fosse incentrato sul personaggio di Daniel LaRusso (Ralph Macchio) e le sue dinamiche “socio-esistenziali”, il vero protagonista era il Maestro Miyagi (Pat Morita), umile tuttofare originario dell’isola di Okinawa dedito ai suoi alberelli bonsai e all’arte marziale del karate.
Fulcro del film, il rapporto Maestro-Allievo capace di influenzare non tanto il potenziale combattivo di Daniel, quanto quello del raggiungimento di un equilibrio psicologico fondamentale per una sua sana crescita interiore.
Il karate, così come ogni altra disciplina giapponese, visto e vissuto come un mezzo per uno sviluppo consapevole della propria persona, e non come fine per diventare ed essere il più bravo o il più forte.
Questo tema viene affrontato in maniera ancor più significativa in Cobra Kai, dove Daniel ed il suo antagonista Johnny Lawrence (William Zabka), a 34 anni di distanza, si ritrovano ad essere a loro volta Sensei.
”Non esistono cattivi allievi, ma solo cattivi maestri”
Questo l’insegnamento – e la riflessione – più importante di Miyagi-san dal quale si dipanano i vari episodi e le vicende di queste serie. Lo stesso Johnny (spoiler) capirà la stoltezza della legge del pugno dell’originario dojo del Cobra Kai “Colpire per primi, colpire più forte, senza pietà”, e che l’ego e l’orgoglio non sono altro che un subdolo cancro che lentamente ed inesorabilmente avvelena il proprio spirito ed il rapporto con gli altri.
Scegliere e rimettersi ad un buon maestro non è facile e scontato così come può apparire. I veri Miyagi sono rari e difficili da trovare per chi non ha occhi capaci di riconoscere la differenza tra un maestro vero ed un sedicente tale.
Una volta trovato, però, arriva la parte difficile, ovvero fidarsi ed affidarsi, assumendo in tutto e per tutto il ruolo dell’allievo nonostante gli insegnamenti che si stiano per ricevere possano essere bizzarri ed incomprensibili come il “dai la cera, togli la cera”.
2 Responses
Molto interessante! Grazie
Grazie Laura, felici che ti sia piaciuto!