Amatoriale: agg. | da amatore; non professionistico, dilettantistico, per puro diletto;
Amatore: s.m. | appassionato, intenditore;
Due definizioni, l’una complementare all’altra, che ben descrivono quel fondamento che è nello statuto di quasi tutte le associazioni (appunto) amatoriali, associazioni che propongono quelle attività che la maggioranza delle persone praticano “per puro diletto”.
Eppure (a mio avviso) queste definizioni non bastano per chi ha nella competizione e nella rivalsa il proprio leitmotiv. Abituati come siamo a dover sempre, consciamente o inconsciamente, competere con gli altri, dimentichiamo che lo spirito fondante delle associazioni di cui facciamo parte è, per l’appunto, l’amatorialità.
Questo non vuol dire praticare le proprie passioni col famoso metodo “a-katso”, ma viversele con gioia e leggerezza (che non vuol dire superficialità!!!).
Non essere dei professionisti – o ancor peggio dei sedicenti tali – vuol dire non sottostare ad obblighi contrattuali e/o direttive del committente di turno, vivendo la propria passione con giudizio e libertà!
Attenzione quindi quando ci si inizia a chiedere “ma chi me lo ha fatto fare?!”… quello è il campanello d’allarme che c’è qualcosa che è andato storto col proprio “diletto”.