“Sakura Song”, ovvero, “canzoni a tema di fiori di ciliegio”, è uno dei complementi immancabili per la primavera giapponese. Ogni anno, a partire da fine marzo, vari programmi radiofonici iniziano a trasmettere canzoni che trattano i sakura. Si dice che questo fiore rappresenti il cuore dei giapponesi, infatti, ogni anno, escono diversi canzoni concernenti questo tema.
Ma come mai? Nei loro testi le canzoni non trattano solo della bellezza del fiore, ma anche di altre cose. Siccome i fiori di ciliegio hanno vari significati, per molti di noi giapponesi evocano dei ricordi speciali.
Per primo, mi vengono in mente ricordi di “Addio e Incontro”.
Poiché in Giappone l’anno scolastico inizia ad aprile, per noi è tipico festeggiare ogni passo scolastico con i fiori di ciliegio. Anche se ho concluso gli studi tanti anni fa ormai, quando vedo questo fiore, mi tornano in mente ricordi e sensazioni che provavo nei primi giorni di scuola; tensione ma anche tanta speranza. Personalmente la definirei come ”un’ansia positiva”.
Oppure queste, possono essere anche sensazioni degli ultimi giorni di scuola. Penso ai compagni di classe, con cui abbiamo condiviso tante esperienze, sia belle che brutte, e con cui abbiamo studiato spronandoci a vicenda. Se siete ancora studenti, sapete che li potete trovare sempre in aula, come se fossero una parte della vostra vita. Tuttavia, alla fine, ognuno prenderà la sua strada e la maggior parte di loro non li vedrete più.
I ciliegi iniziano a sbocciare a fine marzo, ma la fioritura dura per poco, al massimo fino ai primi giorni di aprile, che è lo stesso periodo in cui si tiene le cerimonia della laurea e quella d’ingresso.
Ogni anno, con i suoi petali cadenti, il ciliegio trasmette agli studenti un messaggio: il periodo scolastico non si ripete, non dura eternamente, anzi, è molto effimero, proprio come la fioritura, perciò si fa tesoro di ogni istante. Tuttavia, dopo tanti anni, solo quando non avremo più i compagni al nostro fianco, notiamo quanto sono stati preziosi quei giorni.
Qui, vi vorrei presentare una canzone che amo, intitolata “il 9 marzo”.
Poco prima della laurea, la protagonista riflette sulla vita scolastica: “Il ciliegio porterà i boccioli fino alla primavera, portando le speranze con il vento di marzo. Se chiudevo gli occhi, sapevo che potevo vederti. Mi ha incoraggiato non so quanto. Vorrei che la mia esistenza fosse la stessa per te” .
In secondo luogo, mi viene da pensare a ”un buon risultato”, soprattutto in campo scolastico. Quando ancora non esistevano i cellulari, ma a malapena il telefono, si usava il telegramma. Dato che il prezzo era stabilito in base al numero di lettere, per risparmiare avevamo alcune espressioni convenzionali, tra cui “fiorito il ciliegio (Sakura saku)” che significava “aver passato l’esame d’ammissione”. Sebbene il telegramma sia quasi sparito del tutto dalla nostra vita quotidiana, questa espressione rimane tutt’ora.
In Giappone, normalmente gli esami d’ammissione si fanno a febbraio/marzo, perciò i risultati escono proprio nel periodo in cui fioriscono i ciliegi. Invece degli esami di maturità, che non esistono qui, ci sono gli esami d’ammissione, soprattutto per l’università, che sono veramente pesanti. Devo dire che all’ultimo anno di liceo, quello in cui dovevo prepararmi per gli esami, studiavo più di 10 ore al giorno.
Non ho tanti ricordi di quel periodo, se non il continuo studio. Studiavo davvero molto. Ce la mettevo tutta, passavo ogni singolo minuto di ogni giorno a studiare. La prova di pratica mensile era tutto per me, ed il risultato influenzava direttamente il mio umore quotidiano. Infatti, quando trovai il mio numero nella tabella di idoneità, piansi per la gioia. Fu la prima volta per me, dato che questo accadeva di rado nella mia vita.
Mi ricordo che al giorno degli esami, mia madre preparò il pranzo con i dolci che simboleggiavano i fiori di ciliegio. Quando uscivo di casa, mi diceva solo frasi del tipo “stai attenta alle macchine” che a parole sue era come un “in bocca al lupo” o qualcosa del genere. Quelle parole alimentavano la mia pressione, eppure questo dolce di fiori di ciliegio era un suo messaggio di incoraggiamento non verbale, il suo messaggio per me.
“Fiorite ciliegi, che sboccino i tanti boccioli dei sogni che racchiudo nel mio cuore” (Sakura-sake)
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