Errare è umano, fare le fusa è felino.
Robert Byrne
Le ricerche moderne dell’Occidente e la saggezza antica dell’Oriente si fondono in questo racconto che vuole illuminare l’anima. Non guarderete più i vostri gatti con gli stessi occhi!
L’autore David Michie è nato in Zimbabwe, ha trascorso molti anni a Londra e attualmente vive in Australia. È uno scrittore di bestsellers internazionali, di libri di mindfulness e della serie di romanzi sul gatto del Dalai Lama. I suoi libri sono stati tradotti in 26 lingue e pubblicati in più di 40 paesi.
Ha pubblicato libri sulla meditazione e si è trovato a parlare con persone molto interessate alle sue teorie ed insegnamenti, ma che dopo aver lavorato e letto di saggistica tutta la settimana, nei week end o in vacanza non volevano studiare ancora e quindi preferivano letture più leggere, racconti o romanzi.
Quindi questo pensiero lo ha fatto riflettere e…
“Questo mi ha fatto pensare a come intrecciare temi e messaggi chiave in un formato immaginario. Quando ho sentito che una volta il Dalai Lama aveva un gatto, essendo io stesso un amante degli animali domestici, ho subito pensato a quale vita meravigliosa deve avere il gatto. Se solo potesse parlare.
David Michie – dal suo blog
E se potesse parlare? O anche … scrivere un libro? Quello fu l’inizio della serie: Il gatto del Dalai Lama. Una cosa su cui non avevo fatto affidamento era il modo in cui i lettori si sarebbero sentiti coinvolti nella vita di His Holiness’s Cat – o HHC, per darle il titolo ufficiale. Perché il semplice fatto è che i personaggi e le storie ci coinvolgono a livello emotivo, cosa che la maggior parte dei libri di saggistica non fa. I romanzi possono parlare non solo alle nostre menti, ma anche ai nostri cuori.
Omissis
Tra le gioie inaspettate che ho provato, scrivendo questa serie, c’è stato quello di scoprire quanto la piccola HHC, Snow Lion o Rinpoche – è un gatto dai molti nomi – e il cast di personaggi intorno a lei, abbiano coinvolto i cuori dei lettori oltre che le menti. Questo è importante perché sia la nostra compassione che la nostra saggezza sono necessarie se vogliamo vivere vite veramente mirate.”
La lettura di questo libro (Giunti, 2019, pp. 288, € 14,00) è davvero interessante, in quanto semplifica, anche per noi occidentali, la spiegazione delle tecniche della neuroscienza contemplativa, e sollecita la nostra fantasia portandoci in Tibet e facendoci vedere i paesaggi meravigliosi, la vita semplice dei villaggi e il Dalai Lama attraverso gli occhi di Rinpoche la sua gatta.
Una gatta molto particolare, proprio perché è vissuta col Dalai Lama, che infonde sentimenti di grande spiritualità a tutti coloro che lo frequentano.
Prima di partire per un viaggio lascia un compito importante alla sua piccola Leonessa delle Nevi: riflettere sull’arte di fare le fusa.
Rinpoche studia allora i comportamenti delle persone che incontra durante le sue giornate in attesa del ritorno del suo Dalai Lama, sia nel monastero che nell’Himalaya Book Cafè dove si reca ogni giorno e dove partecipa alle attività. Entrando così in contatto con vari interessanti ospiti scienziati, imprenditori, psicologi e yogi, e ricavandone perle di saggezza.
Così capirà che la felicità non si trova nel passato, ma nel momento presente e non può essere condizionata dal raggiungimento di un obiettivo futuro, perché il futuro ancora non esiste.
Ma la frase che completa la sua conoscenza della felicità e che mi auguro lo faccia per tutti noi, è la seguente:
Per non parlare del fatto che, quando aiutiamo gli altri, noi stessi siamo spesso i primi a beneficiare di quell’aiuto. Esiste forse una ragione migliore per fare le fusa?