Quando, in autunno, raccoglierete l’uva dalle vigne per il torchio, dite in cuor vostro: “Anch’io sono una vigna, e i miei frutti saranno raccolti per il torchio, e come vino nuovo sarò tenuto in botti eterne”.
Kahlil Gibran
L’autunno è più di una semplice stagione, è uno stato d’animo, un momento, un’occasione di raccoglimento, di riflessione e meditazione. Le giornate iniziano ad accorciarsi, le ore di luce a diminuire, le temperature a calare.
I ritmi frenetici caratterizzati da tanta energia ed entusiasmo, lasciano il posto ad una ritrovata calma intrisa di dolce malinconia. È il momento della tenerezza, del calore, della tranquillità… di una cioccolata calda sorseggiata lentamente, del rannicchiarsi sotto le coperte, del tepore di un abbraccio. Piccole cose preziose che si possono realmente assaporare solo in questo periodo.
Così come per la vendemmia, è per noi il momento della maturazione e della raccolta di ciò che abbiamo fatto. La Natura stessa si mostra in tutta la sua effimera bellezza in un tripudio di colori dalle infinite sfumature che vanno dal dorato dei ginkgo al rosso degli aceri di montagna.
È tempo di Momijigari
In giapponese Momijigari (紅葉狩り) vuol dire letteralmente “caccia alle foglie d’autunno”. Dalla metà di settembre a quasi tutto dicembre, da nord a sud il paese si tinge dei suoi colori più belli, ed i giapponesi ne visitano i luoghi in cui questo fenomeno è più visibile ed affascinante (in particolare a Kyoto e Nikkō).
L’origine del “rito” ha radici antiche che affondano profonde nella storia del giappone, tanto da influenzare tutti gli aspetti culturali ed artistici di questo popolo. Famosi sono i tributi nel Momijigari nel Genji Monogatari e nel teatro Nō. I Bonsai e gli Ikebana esprimono in questo periodo la loro bellezza sublime ed intimista.
Assieme all’Hanami, è il periodo dell’anno in cui le persone si ritrovano tutte insieme per godere della magnificenza della Natura e dell’importanza dell’impermanenza.
Non esiste che il “qui ed ora”, nulla è eterno, tutto è destinato a mutare in un alternarsi infinito tra vita e morte. Nella sua accezione più bella e profonda, il momijigari non è che un inno all’amore e ai legami davvero importanti della nostra vita.