Sono le ore 08.15 del 6 agosto del 1945, quando il bombardiere “Enola Gay”, modello Boeing B-29 Superfortress, sgancia la bomba atomica “Little Boy” che ucciderà all’istante 80.000 giapponesi e distruggendo gran parte della città di Hiroshima.
A 2 km dall’epicentro dell’esplosione (che raggiunse una temperatura di oltre 7000 °C), miracolosamente scampano alla morte la bambina di due anni Sadako Sasaki, e la sua famiglia.
Nove anni più tardi, le viene diagnosticata una violenta forma di leucemia (l. linfoblastica acuta), conseguenza diretta all’esposizione delle radiazioni nucleari. Viene così ricoverata in ospedale dove, grazie al suggerimento del fratello, inizia la realizzazione di mille origami a forma di gru (orizuru).
Secondo la leggenda, chiunque avesse realizzato mille orizuru, avrebbe potuto esprimere un desiderio. Si narra, infatti, che la gru sia immortale; regalare una gru vuol dire augurare lunga vita… regalarne 1000 aumenta maggiormente l’auspicio: creare 1000 orizuru è prova di bravura, dedizione e fermezza d’intenti.
Donarle sottolinea quanto si ritenga importante la persona a cui le si è regalate, o quanto sia importante il desiderio che si vuole esprimere.
Il desiderio di Sadako non era solo quello di poter guarire e tornare alla sua vita e ai suoi giochi, ma di porre fine a tutte le sofferenze del mondo. Per più di un anno, realizzò gru con qualsiasi tipo di carta avesse a disposizione, da quella da regalo dei doni ricevuti, a quella dei farmaci che le davano per alleviarle i dolori.
La sua storia, a questo punto, si sdoppia in due versioni. Nella prima, già dopo otto mesi di permanenza in ospedale, ne arrivò a farne più di 1300. Nella seconda, invece, completò soltanto 644 gru, e furono i suoi amici a realizzarne le restanti 356.
Scriverò pace sulle tue ali
Haiku di Sadako Sasaki
Intorno al mondo volerai
Perché i bambini non muoiano più così.
Quale che sia la versione corretta della storia, la piccola Sadako si spense la mattina del 25 ottobre 1955 all’età di 12 anni, ma da quel momento è divenuta essa stessa una gru immortale. Sadaku e le sue mille gru sono diventate – per il Giappone e per il mondo intero – simboli di pace e speranza, nonché un monito affinché nessuno dimentichi il passato e la storia.
Solo tre anni più tardi, all’Hiroshima Peace Memorial fu eretta un’opera monumentale che ritrae Sodako in cima ad una bomba, con le braccia aperte come una gru immortale. Alla sua base, delle figure che rappresentano gli angeli, ad indicare i tanti bambini e le tante persone morte a causa di Little Boy, ed una targa di marmo nero su cui è inciso “Questo è il nostro grido, questa è nostra preghiera: per costruire la pace nel mondo.”
Il 6 agosto 1990, per il 45° Anniversario del bombardamento di Hiroshima, è stata posta al Peace Park di Seattle, Washington, una statua bronzea raffigurante Sadako, col volto sereno e sorridente, nell’atto di far volare la gru che tiene nella mano.
Morta nel corpo, immortale nello spirito, mi piace immaginare la piccola Sadako sorridere dolcemente mentre, ancora intenta a realizzare le sue gru, sente speranzosa le parole del Dalai Lama in occasione del 75° Anniversario dei bombardamenti.
Colgo l’occasione per esortare i governi, le organizzazioni e gli individui a dedicarsi nuovamente a fare del raggiungimento della pace il fulcro della nostra vita.
Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama